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Resoconto dello Spirit of Scotland Rome 2014 (15-16/03/2014)

Scritto da Claudio Riva il 18/03/2014

Archiviata la terza edizione del whisky festival di Roma, weekend romano (quasi in versione estiva) davvero ricco di eventi interessanti.


Davvero i complimenti agli organizzatori dello Spirit of Scotland 2014 che si sono fatti in quattro, anzi in cinque come dicono loro: grazie a Rachel, Andrea, Andrea Franco, Emiliano e Pino. Hanno affrontato questa avventura con la consapevolezza di avere lavorato nel miglior modo possibile e a noi non è restato che cogliere i frutti del loro frenetico lavoro.

E' stato davvero un bel festival. Non parlo dei "numeri" - probabilmente l'affluenza è rimasta sugli stessi livelli del 2013, anche a causa del bel tempo con temperature oltre i 25°C, della città mobilitata durante il Sabato per un paio di manifestazioni e bloccata durante la Domenica per l'inatteso fermo del traffico. Parlo della qualità e della quantità degli eventi che hanno preso vita durante la due giorni Romana.


Il nostro stand allo Spirit of Scotland Rome 2014

Dopo due edizioni esplosive che lasciavano prospettare un ulteriore boom, gli amici Romani sempre attenti al cibo di qualità ma anche un poco volubili, hanno disatteso le aspettative di tutti noi ed il festival di Roma è apparentemente diventato maturo, ha smesso di crescere. Magari è solo una errata interpretazione, scopriremo solo l'anno prossimo se lo Spirit of Scotland ha ulteriori margini di crescita. Ma a Roma abbiamo davvero incontrato amici da tutta Italia, dal Friuli alla Basilicata, a testimonianza di quanto sia coesa e attiva la whisky-community Italiana.

Quello che è certo è che in nessun altra edizione Italiana di whisky festival si è vista una presenza così importante di espositori e di rappresentanti delle distillerie. Presenti tanti importanti ambasciatori: Kate Wright per Glenfarclas, Antony McCallum per Glengoyne, Antonia Bruce per Adelphi, Franco Gasparri per Diageo, Andrea Gasparri per Pernod Ricard, Silvano Samaroli e Antonio Bleve per Samaroli, Max Righi per Siver Seal, Ian Chang e Jim Swan per la Taiwanese Kavalan e Maurizio Cagnolati di Beija Flor. Poi l'amico Salvatore Mannino de La Maison du Whisky di Parigi, che è riuscito nella difficile impresa di portare in Italia Tadashi Sakuma, il rispettatibilissimo Chief Blender della Giapponese Nikka. E sicuramente dimentico qualcuno.

Tutti questi protagonisti hanno riempito di contenuti il bel tendone delle Masterclass, finalmente portato all'esterno dell'Aranciera di San Sisto. Essendo rimasto ancorato al banco di WhiskyClub Italia per l'intera durata del festival posso solo riportare le parole di chi ha preso parte alle masterclass e di Pino Perrone, responsabile del festival: tutte le degustazioni sono state condotte con estrema professionalità, si sono davvero potuti assaggiare degli imbottigliamenti super a prezzi giusti e - più importante di tutto - la cultura del buono ha vinto ancora una volta.

E' vero che praticamente l'intera comunità di whisky-blogger Italiani era presente al festival ma - come il sottoscritto - impegnata a lavorare. Andrea Ferrari di WhiskyNews al banco della propria Hidden Spirits, Davide Terziotti al banco di Angel's Share, Federico Bosco di Whiskysucks al nostro banco di WhiskyClub Italia, Giacomo e Jacopo di WhiskyFacile al banco di Beija Flor, Andrea Franco di Passione Whisky organizzatore del festival e quindi in mille faccende affaccendato. Che bello, e pensare che solo pochi anni fa eravano dei semplici e curiosi consumatori, oggi siamo tutti "scesi in campo".

La stessa comunità dei blogger che - incluso il sottoscritto - domenica mattina si è ritrovata per il panel di selezione dell'imbottigliamento Glendronach, davvero una bella esperienza, 4 sample da paura, ne parleremo in dettaglio nei prossimi giorni.

Mentre siamo in attesa della recensione di Francesco de Lo Spirito dei Tempi, l'ancora di salvezza ci viene offerta da Giuseppe Napolitano de Il bevitore raffinato, che ha razziato ogni banchetto irrompendo con la sua coinvolgente simpatia e che ha pubblicato un bel resoconto sul suo blog. Poi la comunità degli amici del forum SingleMaltWhisky.it che non manca mai alcun whisky-meeting. Grazie a tutti per essere passati per un saluto e per un dram, grazie soprattutto per le parole di incoraggiamento verso le nostre molteplici attività.


L'assegnazione dei riconoscimenti Whisky & Lode 2014

WhiskyClub Italia Laphroaig 14 anni 1999-2013, 46%

Il festival si è chiuso con l'assegnazione dei riconoscimenti Whisky & Lode 2014, i migliori whisky del festival sono stati valutati da una giuria internazionale di esperti.

E qui la piacevole sorpresa, l'imbottigliamento Laphroaig 14 anni 1999-2013 che abbiamo selezionato per WhiskyClub Italia si è aggiudicato il terzo premio nella categoria 13-17 anni. E' l'altra mezza botte dell'imbottigliamento "La Pala" che ho selezionato per I love Laphroaig in occasione del Milano Whisky Festival 2013- "La Pala" era stato imbottigliato alla gradazione piena del 58,2%. Questa selezione per WhiskyClub Italia è stata invece imbottigliata al 46%.

Devo raccontarvi le mie impressioni. Le due metà botti sono ovviamente state imbottigliate nello stesso istante - ad Ottobre 2013 qualche settimana prima del Milano Whisky Festival - e, mentre la gradazione piena ha mostrato da subito il carattere pungente di Laphroaig - ben esaltato dall'intensa gradazione alcolica, il 46% è sembrato molto spento a tal punto dall'avermi fatto rimpiangere di non aver imbottigliato tutta la botte a Cask Strength. Poi con il passare delle settimane il 46% si è ripreso ed ha sviluppato al suo interno tutti gli aromi che andiamo a ricercare in un buon Laphroaig, non finendo mai di migliorare ed arrivando ben pronto per ottenere questo riconoscimento allo Spirit of Scotland 2014.

Rispetto al "La Pala" è sicuramente più equilibrato, meno pungente, "La Pala" esplodeva in bocca, il 46% accompagna in modo più delicato e convincente i nostri sensi verso l'isola di Islay. Rispetto a tanti altri Laphroaig imbottigliati al 46% mostra un carattere più deciso ed una incredibile pulizia (strano cercare pulizia in un Laphroaig, vero?!?). Perchè imbottigliare al 46%, quindi? Non posso generalizzare ma per questo Laphroaig ha funzionato bene a tal punto dal non saper decidere quale delle due espressioni è attualmente la mia preferita. Un giorno una, un giorno l'altra ....

Bene, un riconoscimento ancora migliore se pensiamo che il nostro WhiskyClub Italia Laphroaig 14 anni 1999-2013 è stato l'unico imbottigliamento di un indipendente a ricevere un riconoscimento nel bel mezzo di tanti blasonati imbottigliamenti originali (Kavalan, Ardbeg, Talisker, Arran per Le Bon Bock, Glen Grant, Smokehead, Glenlivet, Glenmorangie).

Avanti così.

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