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Spirit of Speyside 2010, 3rd day (01/05/2010)

Scritto da Claudio Riva il 02/05/2010

Passare tutta la giornata con Dennis Malcolm, il distillery manager di Glen Grant, è un'esperienza intensa. Farlo poi visitando distillerie degli amici concorrenti diventa un evento unico.



Dennis Malcolm in versione
"guida turistica" sul pullman
Dennis ci accoglie nel parcheggio di Glen Grant, accompagnato dal suo collaboratore Greg. Fare una visita di una distilleria con Dennis è sempre un'esperienza indimenticabile: lavora in distilleria da oltre 45 anni ed è una veria memoria storica vivente dell'industria del whisky. Inoltre, il suo carattere molto estroverso - spesso biricchino e scherzoso (sembra molto più italiano che scozzese) - tiene sempre attiva l'attenzione. Dennis, personaggio di primo piano di Rothes, è riuscito ad organizzare il tour The Distilleries of Rothes & Forsyths Coppersmiths (Rothes è un piccolo villaggio a poche miglia da Dufftown, dove si trova la distilleria Glen Grant).

La prima tappa è la distilleria di Glenspey, situata nel centro dell'abitato di Rothes. Questa distilleria è di proprietà del gruppo Diageo ed è da pochi mesi gestita da una giovane ma motivata ragazza poco più che trentenne. La distilleria usa un purificatore simile a quello di Strathmill solo sulla seconda distillazione. Alla fine del tour ci viene offerta la possibilità di assaggiare il Glenspey 12 anni della serie Flora e fauna abbinato a formaggi e cioccolato.


Dennis Malcolm con la distillery manager di Glenspey

Dettaglio dei purificatori di Glenspey

É quindi la volta della distilleria Glenrothes, dove ci accoglie il distillery manager Alasdair Anderson. Lui era il manager di Tamdhu, distilleria purtroppo appena chiusa dall'Edringtron Group e più famosa per il suo maltaggio con le vasche Saladin che non per il suo Single Malt. Glenrothes ha ancora 3 settimane di scorta del malto di Tamdhu, poi purtroppo dovrà passare al malto commerciale.


Dennis Malcolm con Alasdair Anderson

La bellissima still house di Glenrothes

Arriva poi il momento più interessante della giornata: la visita al Forsyths Coppersmiths, la più grande compagnia di lavorazione del rame in Europa che produca alambicchi. È l'unico punto di riferimento per ogni distilleria Scozzese ed è impossibile da visitare (ma Dennis è più forte dell'impossibile). Oggi non si aprono molte nuove distillerie per cui il loro lavoro principale non è quello di fabbricare nuovi alambicchi, ma di fare manutenzione a quelli esistenti. Ogni anno un responsabile della Coppersmiths si reca presso ogni distilleria per misurare, con uno speciale strumento, lo spessore del rame degli alambicchi. Nel caso in cui lo spessore sia troppo sottile, è necessario provvedere alla sua manutenzione. Non viene sostituito tutto l'alambicco ma solo la parte consumata, riproducendone l'esatta forma. Il lavoro non è per nulla semplice ed è completamente manuale.


Un piccolo alambicco prodotto
dal Forsyths Coppersmiths
Si parte sempre da fogli di rame (che hanno lo spessore di circa 4-5 millimetri) a cui viene data, con l'aiuto di alcune rudimentali macchine, la curvatura necessaria. Il pezzo viene quindi saldato al resto dell'alambicco e con questo finisce la parte facile del lavoro. La saldatura (ovviamente anche essa in rame) lascia la classica traccia corrugata che deve sparire sia per motivi estetici che per amalgamare perfettamente le varie superfici. Questo lavoro viene fatto manualmente per i pezzi più piccoli e con l'ausilio di una macchina per quelli più grandi. Con un martello e con l'utilizzo di un arnese con una superficie piatta e lucida, il fabbro picchia in continuazione sulla traccia della saldatura finché questa non diventi perfettamente liscia ed omogenea con i fogli di rame. Questo deve essere fatto sia all'interno che all'esterno dell'alambicco e richiede settimane di duro lavoro. L'utilizzo del maglio automatico sostituisce il martello, ma il lavoro rimane sempre complesso perché è l'uomo che - grazie alla sua esperienza - sposta manualmente il pezzo di alambicco sotto il martello (e si parla di parecchi quintali). Insomma queste sono persone con cui è meglio non avere discussioni all'uscita del pub.

Due particolarità. L'alambicco per produrre lo Scotch Whisky deve essere di almeno 450 galloni (1800 litri); è possibile utilizzare alambicchi più piccoli per produrre whisky solo per uso personale (non commercializzabile) oppure con speciali autorizzazioni della Guardia di Finanza (come per zone depresse in cui l'apertura di una distilleria possa portare turismo e lavoro). L'altra curiosità è come avviene la costruzione di un alambicchi nuovi. L'alambicco è costruito normalmente in 4 o 5 sezioni: la base della grande pentola, il corpo che è la parte che si slancia verso l'alto e in cui avviene l'evaporazione, la curvatura a gomito sulla sua sommità ed il collo che porta verso il condensatore. Ognuna di queste sezioni è costruita unendo 4 grandi spicchi ottenuti da fogli inizialmente piani. Il tutto viene saldato insieme e subisce il trattamento di cui sopra.

La visita è stata molto interessante e si è conclusa con una chiacchierata in merito alla distilleria di Caperdonich, la Glen Grant n. 2 come viene chiamata - ben visibile dal cortile del Coppersmiths - che è chiusa dal 2002 e non visitabile.


Dettaglio di una sezione di alambicco in costruzione

La saldatura lucidata a sinistra è sparita

Un artigiano del rame all'opera

Il martello e l'arnese piatto

Ci spostiamo quindi alla distilleria Speyburn del gruppo Inverhouse. È una piccola distilleria da 1 milione di litri di alcol annui, che mantiene ancora intatto il tamburo di maltaggio utilizzato sino agli anni '80 per produrre localmente il malto in modo automatico-industriale. Molte altre distillerie di Rothes avevano questo sistema, che però è stato negli anni smantellato per far posto alle esigenze crescenti di spazio.


Dettaglio del mashtun di Speyburn al lavoro

La spirit safe di Speyburn, getti di spirito

È quindi il turno di Glen Grant (che ricordiamo essere di proprietà di Campari, di fatto l'unica distilleria Scozzese controllata da una compagnia Italiana), dove ovviamente Dennis ha dato il meglio. La visita si apre con uno spuntino nel bel visitor centre, per poi passare alla visita della distilleria e dei giardini. Glen Grant è l'unita distilleria di Scotch Whisky ad usare un purificatore sia sulla prima che sulla seconda distillazione. Cosa che conferisce al Single Malt di Glen Grant la leggerezza che conosciamo ed apprezziamo. Per noi, bevitori di Laphroaig, questa leggerezza può essere eccessiva, ma è l'arma che consente a Glen Grant di maturare alla perfezione sia in barili ex-bourbon che in quelli ex-sherry. L'esperienza dell'assaggio di un Glen Grant con 40 o 50 anni di maturazione (cosa capitata al nostro gruppo Slow Food durante visita del 2008) è davvero indimenticabile; ricordatevene mentre state sorseggiando un Glen Grant 5 anni...


Spuntino presso il visitor centre di Glen Grant

La maestosa (e tremendamente calda) still house

La spirit safe di Glen Grant

Degustazione nei giardini di Glen Grant

Giusto il tempo di assaggiare un paio di Dram presso la cascata, di salutare e ringraziare tutti, e via di corsa verso Dufftown dove prendo parte al Gala Dinner (con ospite la distilleria Aberlour) presso l'hotel Tannochbrae. E' un appuntamento imperdibile di ogni Spirit of Speyside.


Una gustosa portata della cena

Lo staff del Tannochbrae a fine cena

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