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Gita Slow Food, la comunità rurale di South Lochs (Lewis)

Scritto da Claudio Riva il 25/06/2010

L'isola di Lewis sta monopolizzando i nostri racconti della gita Slow Food. Approfittiamo della visita al South Lochs per parlare dei Croft Scozzesi.


Durante la nostra visita alle Ebridi Esterne, avevo chiesto a Neil di accompagnarci a visitare i resti della parte rurale dell'isola. Siamo stati accontentanti con la visita al distretto dei South Lochs, che si trova a Sud Est dell'isola di Lewis e che si affaccia sul canale del Minch e verso la terraferma. E' un area oggi brulla ed abbandonata - quasi lunare - ma con un passato tanto glorioso da essere conosciuta come the Pairc - il Parco - per la sua terra fertile e per la ricca vegetazione.


Eccoci ad incontrare John Randall, esponente della comunità di South Lochs e nostra guida per la giornata
John Randall, il direttore dell'ente per la tutela di questa comunità, ci ha raccontato il passato ed il presente di questa orgogliosa comunità. Oggi questa ampia regione di 68000 acri è abitata da solo 400 persone, quasi tutte in grado di parlare Gaelico, ma in passato contava oltri 5000 abitanti con una economia locale organizzata in croft. Ogni famiglia aveva in affitto una piccola striscia di terra su cui allevare i pochi capi di bestiame e coltivare verdure e cereali sufficienti per il fabbisogno della famiglia e delle bestie. Era una sorta di piccola fattoria autosufficiente, con le coltivazioni costrette ad inerpicarsi sulle colline; per questo motivo (per garantire a tutti l'accesso al mare ed ai pascoli) il croft era di solito largo solo una ventina di metri e lungo anche un chilometro.

In questi terreni le coltivazioni dovevano essere protette dal vento, per cui venivano fatte crescere in veri e propri canali scavati nel terreno. Ancora oggi (a distanza di oltre un secolo) queste tracce sono ben evidenti sui pendii delle colline. I pascoli invece non erano mai vicini al mare (dove si trovavano i villaggi) ma nell'entroterra. Ogni croft aveva diritto ad un appezzamento, che poteva trovarsi anche ad alcuni km di distanza, e le bestie venivano lì accompagnate in primavera-estate dalle ragazze - mentre i ragazzi si occupavano di mansioni più impegnative come la pesca in mare aperto.

Come abbiamo detto, i terreni erano di proprietà dei Lord dell'isola che incassavano l'affitto dai crofter sotto forma di parte del raccolto. All'inizio del 18° secolo, i proprietari terrieri hanno realizzato che un uso più intensivo della terra avrebbero potuto portare guadagni più importanti. Da queste considerazioni hanno avuto origine le Highland Clearances, praticamente uno sfratto forzato, una emigrazione forzata dei crofter verso i terreni più poveri o verso i nuovi mondi (Americhe ed Australia) per lasciare libere le terre. Sarà solo del 1886 la prima legge che riconoscerà i primi rudimentali diritti ai crofter, che a causa degli sfratti del 18° e del 19° hanno visto sequestrate le loro proprietà e il loro bestiame, praticamente il lavoro di una vita.


I resti del vecchio villaggio di Calbost, memoria storica del crofting Scozzese ed oggi ridotto a soli sette abitanti
L'area di South Lochs non è stata vittima delle Clearances, ma - per assurdo - dell'effetto opposto, del sovrappopolamento. Era un'area non adatta all'allevamento intensivo, per cui non è stata confiscata dai padroni e molti crofter che hanno dovuto abbandonare i terreni dell'entroterra, ma che non hanno voluto lasciare l'isola, si sono concentrati in questa area. E' facile intuire come una terra che a fatica poteva dare sostentamento a poche persone, non avrebbe potuto accogliere una popolazione cinque o sei volte superiore. Il South Lochs si è quindi rapidamente trasformato da un'area ricca con una piacevole qualità di vita, in un'area povera e depressa. Lentamente si è quindi spopolata, anche per colpa della tubercolosi.

Simbolo di questo destino è il villaggio di Calbost, sul mare, oggetto di una testimonianza molto particolare. Un abitante di questo villaggio, Angus MacLeod, ha documentato la vita di questo piccolo borgo durante tutta la sua lunga esistenza. Nato nel 1916, quando Calbost era una comunità molto attiva con circa 200 abitanti, Angus è morto nel 2002 quando a Calbost era rimasto un solo abitante. Durante questi 70-80 anni ha documentato - con manoscritti, ritagli di giornale e fotografie - il lento spegnersi di questa comunità.


Presso il Ravenspoint Centre si trova un ostello, il museo storico, l'immenso archivio di Angus Macleod ...
L'archivio di Angus MacLeod è oggi consultabile presso il Ravenspoint, il centro voluto dalla piccola comunità del South Lochs per difendere il passato e per dare un futuro a questa area. Questo Visitor Centre era una vecchia scuola che è stata recentemente acquistata dalla comunità per difendere la cultura Gaelica, la storia, i bei panorami, i villaggi sul mare e la natura selvaggia che caratterizzano il South Lochs.

Ed offre servizi come un museo, un piccolo bar, un ostello, ma soprattutto un indispensabile negozio. Tutti questi servizi sono il minimo indispensabile per dare un futuro alla comunità e sono possibili grazie all'apporto di volontari locali. Il Ravenspoint è solo uno dei punti del più ampio progetto che è nella testa dei responsabili. Si spera in futuro di poter acquistare parte dei terreni, che sono ancora di proprietà di una famiglia Inglese che non ha alcun interesse ad investire localmente, per ridare slancio al turismo ed all'economia.

Le idee non mancano, il problema sono ovviamente le risorse. Ma loro hanno la capacità di fare tutto questo con piccoli passi. L'obiettivo del 2010 è la costruzione di un nuovo portico d'ingresso per il Ravenspoint, per il 2011 si spera di allargare la tea-room con la costruzione di una nuova ala dell'edificio. Oggi la popolazione di Calbost è risalita a 7 abitanti (+600% !!!!), la tendenza è stata finalmente invertita, per cui non possiamo far altro che augurare in bocca al lupo!


... oltre al negozio, indispensabile per non cancellare definitivamente questa fragile comunità
Queste sono emozioni che solo una gita Slow Food può dare, mi sono divertito non poco a vedere le facce dei miei compagni all'arrivo al Ravenspoint ("dove diavolo ci hai portato?!?") e l'entusiasmo, i ringraziamenti, l'affetto con cui poche ore più tardi abbiamo salutato John e Mary Ann.
La differenza è tutta nelle meravigliose persone che abbiamo avuto il piacere di incontrare.

Ti sfidiamo!

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