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Nel centro abitato di Tullamore si trova un altro museo dedicato all'Irish Whiskey: il Tullamore Dew Heritage Centre.
Il museo è molto diverso da quello di Locke's - Kilbeggan, ma altrettanto merita una visita. Infatti, anche se la distilleria non esiste più, la sua storia ed i suoi prodotti sono ben descritti da una raccolta di documenti e di utensili che è tra le migliori che io abbia mai visitato. Lascerei spazio a qualche foto.
Il logo del museo riprende quello del whiskey Tullamore Dew |
La bottiglia di Tullamore Dew crea l'aspettativa di un whiskey facile, come ogni whiskey Irlandese deve essere |
Una riproduzione di una vecchia fotografia con i numerosi edifici della distilleria; sullo sfondo c'è il paesino. Tutto insieme superava di poco la superficie della distilleria |
La distribuzione del whiskey di Tullamore veniva fatta con casse di legno (è per questo motivo che ancora oggi si chiama casse anche se sono di cartone) |
La ricostruzione dell'ufficio dell'esattore delle tasse, che doveva obbligatoriamente essere presente presso ogni distilleria e che era l'unico con la toilette privata |
Negli anni di iniziale difficoltà, Tullamore ha ripresa una vecchia ricetta di liquore. Nasceva cosi il Irish Mist, ancora oggi prodotto: whiskey + miele + erbe |
In passato l'imbottigliamento veniva fatto versando il whiskey direttamente dalla botte in un recipiente da cui partivano alcuni beccucci dotati di elementari filtri di tessuto. Si potevano imbottigliare poche bottiglie al minuto contro le migliaia delle attuali linee automatizzate. |
La persona che ha decretato il successo di Tullamore è Daniel E. Williams, che fu nominato direttore della distilleria quando il rampollo della famiglia proprietaria (la famiglia Daly) si dimostrò più interessato a curari i propri hobby e vizi, piuttosto che a lavorare. Grazie al contributo di Daniel, la distilleria è stata motore tecnologico per l'intera contea: Williams ha infatti portato l'elettricità a Tullamore (1893), presso la distilleria sono stati installati il primo telefono ed è stato introdotto il primo trasporto a motore. Questo ha portato alla nascita di un vero e proprio impero che si occupava del commercio non solo di whiskey ma anche di altre bevande, di te e di grando e con una rete di ben 26 negozi. Ma tutto questo non è bastato per evitarne la chiusura.
Ed è grazie a Daniel se il whiskey prodotto nella distilleria di Tullamore, il Tullamore Dew, ha avuto il meritato successo. In effetti il suffisso Dew, che in Inglese significa rugiada, è usato anche da altre distillerie, ma in questo caso è stato dato come ringraziamento a Daniel per il lavoro fatto (D.E.W. sono le iniziali di Daniel E. Williams).
Oggi il whiskey Tullamore Dew è uno di quegli esempi di brand senza distilleria. Infatti esso è normalmente prodotto presso la distilleria New Midleton (di proprietà di Pernod-Ricard), ma alcune sue espressioni di Single Malt sono state prodotte presso la distilleria indipendente Cooley. Normalmente in Scozia i brand di Blended più diffusi (pensiamo a Johnnie Walker) sono di proprietà di uno dei gruppi che posseggono le distillerie.
Detto tutto questo ci si aspetterebbe per il distillato Tullamore Dew una scarsa diffusione commerciale. Non è così. Il Tullamore Dew è il secondo Irish Whiskey più diffuso al mondo e in alcune nazioni chiave (come la Germania e la Svezia) occupa addirittura la prima posizione. Se ne producono circa 600.000 casse (da 9 litri), che è la capacità produttiva di una media distilleria Scozzese (però nel Tullamore Dew, essendo un blended, c'è tanto whiskey di grano).
Il brand era di proprierà di C&C Group plc, ma qualche mese fa è stato ceduto alla Scozzese William Grant & Sons (proprietaria di Glenfiddich). Questo dimostra l'interesse crescente verso l'Irish Whiskey, a maggior ragione dopo che la Grant & Sons ha annuncio l'interesse a costruire una nuova distilleria in Irlanda che produca in proprio il whiskey Tullamore Dew.
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