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Fare un tour in una distilleria Scozzese significa visitare località selvagge e incontaminate. Quanto l'attività della distilleria è compatibile con l'ambiente che la circonda?
Oggi una distilleria - ipertecnologica o tradizionale che sia - deve prestare attenzione a centellinare le seguenti preziose risorse:
Proteggere l'ambiente e promuovere la sostenibilità sono quindi priorità per la buona reputazione dello Scotch Whisky. Ma quali sono gli interventi concreti che possono rendere - già nell'immediato - le distillerie più "verdi"?
La produzione del whisky è vecchia di secoli, ma piccole e continue innovazioni stanno riducendo l'impatto ambientale e l'abuso delle risorse. I liquidi in distilleria vengono continuamente scaldati e raffreddati: un primo semplice passo consiste nell'installazione di boiler più efficienti e con minori emissioni. Poi si usano intelligenti scambiatori di calore: laddove sia necessario raffreddare si produce inevitabilmente del calore (come nei nostri condizionatori) che oggi non viene più sprecato ma che contribuisce al riscaldamento di altri liquidi. L'eventuale calore in eccesso può essere utilizzato per la comunità, come nel caso della piscina di Bowmore, da anni riscaldata dalla vicina distilleria.
Per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse, oggi il 90% dell'acqua di raffreddamento ritorna alla sorgente senza alcun deterioramento di qualità e continuamente monitorato per evitare danni all'ambiente (come la temperatura troppo elevata). L'orzo oggi viene iper-sfruttato: ogni minima traccia di zucchero viene estratta e convertita in alcool grazie all'uso di lieviti molto efficienti. Questo consente di utilizzare sempre meno cereale.
Sul fronte scarti di produzione, molto viene oggi riutilizzato. Tutto il cereale rimasto dopo il mashing diventa mangime. Ciò che rimane negli alambicchi a fine distillazione può essere utilizzato come fertilizzante. Solo in casi eccezionali (come per Laphroaig), la presenza di una corrente continua permette di gettare questi liquidi (non c'è più alcool) direttamente nel mare.
Poi c'è il trasporto; qui il contributo può arrivare dall'uso di un packaging sempre più leggero e fatto di materiale riciclato, oltre che dall'introduzione di bottiglie con uno spessore del vetro sempre più sottile.
Infine ci sono distillerie che non si fermano qui: sono molte piccole distillerie che hanno il desiderio di usare il più possibile materie prime locali e di tendere all'ìmpatto zero sull'ambiente. Ma anche la recentissima immensa distilleria Diageo di Roseisle, premiata come distilleria più ecologica di Scozia.
Lassù non è zona adatta ai pannelli solari, per cui sono state esplorate altre strade come la sperimentazione di generatori di corrente alimentati dalle onde o dalla marea. L'ultima notizia è un generatore di elettricità alimentato a biogas (ottenuti dai residui di distillazione, i pot ale) con una riduzione annuale di emissioni di CO2 stimata in ben 225 tonnellate. Oltre che a fornire, si stima, circa l'80% del fabbisogno energetico della distilleria. Non poteva che essere una iniziativa di Bruichladdich!
Ok, tutto ciò rischia di essere noioso, ma è assolutamente necessario!
La parola Laphroaig è ripetuta in questo sito per alcune centinaia di volte.
Trova un punto in cui è scritta in modo errato, segnalacelo, e riceverai una mignon di Laphroaig 10yo in omaggio!
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WhiskyClub ItaliaScritto da Claudio Riva il 18/10/2014Leggi tutto... |