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Dopo aver visitato (per l'ennesima volta) Glenfiddich, settimana scorsa sono tornato alla distilleria Knockdhu dove ho trascorso la mattinata chiacchierando con il manager Gordon Bruce.
Da un lato c'è Glenfiddich, il Single Malt più conosciuto e venduto al mondo, che incredibilmente è ancora di proprietà della famiglia che 125 anni fa ha fondato la distilleria. Dall'altro lato c'è Knockdhu, una piccola distilleria (2 alambicchi contro i 29 di Glenfiddich !) sempre dello Speyside che ha avuto una storia un poco più travagliata (ma più "normale" per una distilleria), con alcuni passaggi di proprietà e periodi di chiusura. L'attuale proprietario è il gruppo Inver House Distillers che nel 2006 è stato acquistato dal colosso Tailandese Thai Beverages che ha sede a Bangkok. Raccontata così sembrerebbero due distillerie con poche cose in comune...
Di Glenfiddich abbiamo già detto tanto anche qui su I love Laphroaig. Visto che sono i più grandi e che hanno un attaccamento diretto con la storia Scozzese, è decisamente scontato che facciano della tradizione il loro cavallo di battaglia. Di Knockdhu si sa davvero poco anche tra gli appassionati; sino a pochi anni fa il loro Single Malt era assai raro, mentre oggi è possibile trovarlo con il nome anCnoc (per una scelta di marketing, il nome Knockdhu è troppo simile a Knockando - altra distilleria dello Speyside - e questo avrebbe creato una inutile confusione). E' una distilleria molto bella che si trova in una location incontaminata e - cosa assai più importante - è gestita da persone fantastiche.
Il distillery manager Gordon Bruce - nella foto qui di lato - è definibile con pochi e semplici aggettivi: giovane, simpatico e determinato. Grazie a lui ho capitato quale è la funzione moderna del manager della distilleria. In un era in cui sembra non esserci più nulla da inventare, il lavoro del distillatore potrebbe sembrare noioso e privo di sfide. Non è così. Gordon mi racconta quali migliorie abbia pian piano implementato presso Knockdhu:
La distilleria ha in comune con Glenfiddich anche un altro aspetto; durante l'inverno 2009-2010 due dei suoi magazzini sono collassati sotto il peso della neve (come documentato da Davide su Angelshare.it, rimandiamo alla sua pagina anche per qualche dettaglio ulteriore in merito alla distilleria). Oggi dei magazzini rimangono un paio di mucchi di sassi e tutte le tegole di ardesia che ricoprivano il tetto. I progetti sono quelli di ricostruire i magazzini con questo materiale: niente costruzioni in lamiera che guasterebbero in modo irrimediabile la bellezza della distilleria, ma ben più costosi magazzini dunnage tradizionali.
Non solo. Pian piano si sta facendo spazio e pulizia nel forno sotto la bella pagoda, ancora in ottimo stato. Chissà che in futuro non possa ripartire in loco il maltaggio tradizionale dell'orzo!
Noi possiamo fare qualcosa? Certo che si, il mercato lo facciamo noi con i nostri soldi e con le nostre scelte, sta a noi decidere se acquistare prodotti di distillerie completamente automatizzate che potrebbero essere controllate anche dalla luna oppure quelli di distillerie che vogliono proteggere la tradizione.
Se poi si scopre - e qui dovete fidarvi del sottoscritto - che l'anCnoc (si pronuncia senza la prima C) è un malto incredibilmente bilanciato e complesso, non si ha solo la certezza di aiutare questi progetti ma anche di assaggiare un whisky che non fa uso di tecniche sleali per ammaliare il suo consumatore. Mi sono portato a casa un po' di sample per cui nelle prossime settimane sicuramente ve ne parlerò.
La stessa filosofia, la stessa etica, sembra pervadere anche le altre distillerie del gruppo Inver House, nei giorni successivi ho visitato anche Balblair e Pulteney - entrambe nelle Highland Settentrionali. Siccome a queste mie parole si può anche non credere, ho deciso di pubblicare non le foto che ho fatto io ma quelle della distilleria di parecchie decine di anni fa (l'ultima è di fine '800). Guardate le foto più recenti di Davide, vi giuro che è cambiato davvero molto poco!
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