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La pagoda delle distillerie

Scritto da Claudio Riva il 09/05/2010

Chi visita la Scozia e le sue distillerie impara presto a riconoscere un simbolo che identifica con certezza la presenza di una distilleria di whisky: il classico tetto a pagoda.


Per molte distillerie oggi la pagoda non 'fuma' più; è diventata un mero accessorio estetico. Sono poche infatti le distillerie rimaste ad effettuare il maltaggio dell'orzo: la nostra Laphroaig, oltre a Bowmore, Kilchoman, Springbank, Balvenie ed Highland Park.


La bella pagoda di Laphroaig (quella del forno che si affaccia sulla spiaggia, shore kiln)

Come abbiamo infatti detto nella pagina dedicata a Come si fa il malto, la pagoda è il comignolo di uscita dei fumi del maltaggio dell'orzo. Non vogliamo qui ripetere cose già dette - come si produce il malto, il pavimento di maltaggio, la torba, ecc. - ma parlare dell'origine e della storia di questa originale struttura.

La storia della pagoda delle distillerie di Scotch Whisky è indissolubilmente legata ad un nome: l'Architetto Charles Doig (1855-1918). Nel 1882, Charles e la sua famiglia si sono spostati ad Elgin (nel cuore dello Speyside, dove casualmente si trovava la gran parte delle distillerie Scozzesi). E' qui che le sue idee hanno trovato immediata applicazione. La pagoda (o Doig Ventilator, così chiamata in onore dell'ideatore) è stata progettata per ottimizzare l'efficienza del processo di maltazione dell'orzo. Come ben si vede dalla fotografia della pagoda di Laphroaig, la sua forma è infatti studiata per agevolare l'uscita dei fumi di torba e per trattenere il calore. Ricordiamo infatti che, se per Laphroaig l'aroma torbato è qualcosa di ricercato, per le distillerie dello Speyside invece è un aroma non desiderato. E la torba era l'unico combustibile disponibile in abbondanza e gratuitamente, contrariamente al legno che era considerato raro e pregiato, a tal punto che sulle isole l'unico legno disponibile era quello derivato da eventuali naufragi di navi. Quindi il fumo impregnante se ne doveva andare in fretta, il prezioso calore invece doveva restare per poter essiccare l'orzo ormai maltato.

La pagoda è sempre montata su un tetto a forma di piramide, con il telaio in legno e ricoperto di tegole piatte (simili ai rivestimenti in piode delle nostre case di montagna). La struttura stessa della pagoda è in legno, mentre il piccolo tetto sulla sua sommità (spesso decorato e con un segnavento in cima) è sempre in rame.


La pagoda di Glendullan, volata via
Dopo la morte di Charles, i figli continuarono l'attività del padre che - come documentato nella Biblioteca di Elgin - ha complessivamente sviluppato progetti per oltre 50 distillerie. La prima distilleria per cui si hanno informazioni certe è Glenburgie, ma quella che ha dato fama e prestigio a Charles Doig è probabilmente Dailuaine (1889). E' qui che - dopo esplicita richiesta dei proprietari della distilleria - la tecnica di Charles si è affinata ed ha portato a progettare la pagoda così come la conosciamo.

Oggi, come abbiamo già detto, la pagoda è quasi sempre inutilizzata. Il rigido meteo Scozzese però continua quotidianamente l'opera di aggressione delle strutture in legno, per cui dopo una forte bufera può accadere che qualche pagoda ... voli via (come è successo alla distilleria Glendullan di Dufftown durante il recente rigido inverno). Alcune di queste pagode non vengono ricostruite, il tetto a piramide viene semplicemente chiuso.

Per altre distillerie invece la pagoda è un simbolo così distintivo da dover essere per forza di cose ricostruita, come capitato nel 2008-2009 ad Ardbeg. In questo caso non vengono utilizzate strutture prefabbricate calate dal cielo, non è nello stile Scozzese. E' molto divertente vedere squadre di operai che, utilizzando una copia dei disegni originali di Charles Doig, ricostruiscono fedelmente (e lentamente) il telaio in legno del tetto e della pagoda.

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