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Se è vero che l'arte della distillazione è stata portata in Scozia dai monaci Irlandesi, andando a visitare l'Irlanda dovremmo trovare la stessa cultura e la stessa passione nel fare il whisky.
Purtroppo non è così. Sono alla mia quinta visita dell'Isola Verde e ormai ho lanciato un ultimatum. Se anche questa volta non scatterà l'amore vorrà dire che tra il sottoscritto e il whiskey Irlandese verrà messa la parola fine.
Sarà per quella "e" in più che c'è nel nome (leggi il nostro articolo Whisky o Whiskey?) e che vuole differenziare il distillato Irlandese da quello Scozzese, sarà per la cultura della gente che è più simile alla nostra che non a quella Inglese da cui - per i motivi ben conosciuti - si vogliono differenziare, ma all'Irish Whiskey manca quella marcia in più che ha lo Scotch.
Ad una mia prima, errata, analisi avevo attributo questa mancata vocazione alla forte recente industrializzazione dell'Irlanda. Da terra povera e agricola, l'Irlanda dagli anni '80 si è trasformata in sede Europea di prestigiose aziende Americane che hanno contribuito ad elevare il reddito medio ed a portare una ventata di modernità. La Dublino del 3° Millennio non ha davvero nulla a che vedere con la Dublino del dopoguerra.
Oggi la situazione del Whiskey Irlandese è decisamentte misera. Pur essendoci molti marchi di Irish Whiskey, in tutta l'isola - sommando la Repubblica e la Britannica Irlanda del Nord - sono rimaste solo 4 distillerie attive, 3 grosse ed una micro-distilleria che ha recentemente ripreso le attività. Con una situazione così concentrata, è molto difficile che l'Irlanda riesca a produrre la stessa varietà di espressioni che è tipica dello Scotch - con le sue 100 e più distillerie.
Una vecchia etichetta del famoso Paddy |
Il logo di Bushmills, la più antica distilleria di whisky |
Il whiskey Jameson è diffuso in tutto il mondo |
Ma il whiskey Irlandese ha un passato ben più glorioso che merita una più attenta analisi.
Come abbiamo già accennato, si ritiene che l'arte della distillazione sia arrivata in Europa dall'Asia tramite i monaci Irlandesi e che qui, prima ancora che in Scozia, abbia trovato un terreno molto fertile. Le prime distillerie erano presso i monasteri e da qui hanno avuto una rapida diffusione nell'Irlanda rurale. Non dimentichiamo che la più antica distilleria al mondo di whisky è quella di Bushmills, che si trova nell'Irlanda del Nord e lì ancora adesso distilla Whiskey dal lontano 1608 quando ottenne la licenza da Re Jacob VI.
Il primo dati sicuri sono del lontano 1779, quando il governo in una relazione stimò la presenza di circa 1200 distilleria sull'isola, molte delle quale illegali. Fu quandi necessario intraprendere azioni per riportare la situazione sotto il controllo delle Tasse ma, ancor dopo quarant'anni, solo 20 distillerie risultavano legali contro una stima di circa 800 distillerie illegali.
Il numero di distillerie subì un repentino calo a metà del XIX Secolo quando Padre Theobald Mathew introdusse il Movimento della Totale Astinenza (1838). Il movimento provocò una diminuzione dei consumi che costrinse le numerose distillerie a competere l'una con l'altra, la domanda era diventata inferiore all'offerta. Questo portò ad una veloce concentrazione dei produttori. Alcune abili famiglie, come i Jameson ed i Powers di Dublino, riuscirono ad ottenere un vantaggio da questa situazione ed a espandere con continue acquisizioni il proprio business.
Tutto questo portò, all'inizio del XX Secolo, il whiskey Irlandese ad essere lo spirito più diffuso nel mondo Britannico, in tutte le sue colonie ed anche sul mercato Americano.
Ma il disastro era dietro la porta: la combinazione del Probizionismo Americano e del successo dei Blended Scozzesi decreterano un duro colpo all'industria del Whiskey Irlandese, cosa che si trascina ancora sino ad oggi. Per assurdo non è stato l'inizio del Proibizionismo a porre la parola fine, ma bensì la sua fine. Infatti il mercato Americano era molto importante per le distillerie Irlandesi, in un epoca in cui lo Scotch non era ancora così diffuso a livello internazionale. L'azzeramente di questo mercato ha quindi assestato agli Irlandesi un colpo micidiale, da ko. Alla fine del proibizionismo, l'industria Irlandese era ancora stordita mentre quella Scozzese era agile e pronta ad aggredire le nuove potenzialità. Un elemento fondamentale è stato lo sviluppo in Scozia della distillazione a colonna, che ha portato alla nascita dell'economico whisky di grano e - miscelato con i whisky di malto - alla comparsa dei Blended. Il successo commerciale fù immediato e l'industria Irlandese, arroccata sulla sua posizione da leader non ha potuto far altro che vedere i cugini Scozzesi continuare a rubare importanti quote di mercato.
Nel primo dopoguerra l'esportazione del whiskey Irlandese era praticamente pari a zero. Nel 1966 le tre distillerie rimaste furono quindi costrette ad unirsi per formare un'unica azienda, la Irish Distillers (IDL), che ingloblasse la John Powers & Sons, la John Jameson & Sons e la Cork Distillery. Nel 1975 la nuova compagnia spostò tutta la produzione in un'unica nuova e moderna distilleria, la New Midleton Distillery con sede appunto a Midleton, nel Sud dell'Irlanda.
Ma nonostante gli sforzi, il destino della IDL non era più di rimanere di proprietà Irlandese. In pochi anni la Seagram acquistò entrambe le distillerie rimaste in Irlanda, sia la IDL che la Bushmills. Seagram lasciò la situazione immutata sino al 1978, quando fu costretta a chiudere Coleraine, una delle sole tre distillerie operative rimaste in tutta l'isola. Rimasero così sola la distilleria Bushmills e quella di Midleton che, assieme, producevano 15 marchi diversi di whiskey, ed altri distillati come vodka, gin e rum. Ma negli anni '80 - a seguito della crisi del mondo del whisky - Seagram dovettere cedere tutte le sue attività alla Francese Pernod Ricard, che rimase l'unico produttore di whiskey Irlandese sino al 1989 quando da alcuni imprenditori locali fu fondata la distilleria Cooley, ancora oggi l'unica distilleria di proprietà Irlandese.
Nel Giugno 2005 dopo l'acquisto di Allied Domecq, Pernod Ricard fu costretta dall'antitrust a cedere la distilleria Bushmills a Diageo (così come avvenuto per Laphroaig). Siamo così praticamente arrivati alla situazione attuale, resta solo da citare il successo dei proprietari di Cooley nel far ripartire i lavori nella vecchia Locke's Distillery con il nome di Kilbeggan Distillery. La distilleria era stata convertita ad un bellissimo museo che ripercorreva i fasti passati della distillazione Irlandese, ma grazie a questa iniziativa la produzione di whiskey è ripresa nel 2007, in coicidenza con il 250° compleanno della distilleria. Per assaggiare il nuovo malto dovremo attendere ancora qualche anno (si parla del 2014).
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WhiskyClub ItaliaScritto da Claudio Riva il 18/10/2014Leggi tutto... |