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La legge impone un invecchiamento minimo di tre anni, anche se tutte le distillerie si spingono in genere – per il prodotto base – sino a 8 / 12 anni di invecchiamento. In questa fase assume molta importanza il tipo di barile utilizzato (in genere si usano barili già riempiti in precedenza da bourbon americano o da sherry spagnolo), il luogo (vicino al mare, per esempio) e il tempo (da un minimo di 8 - 12 anni sino a 30 – 40).
E’ la continua interazione tra lo spirito, il legno e l’ambiente esterno a conferire al Whisky le caratteristiche organolettiche che apprezziamo.
In realtà tutti gli esperti sono concordi nell'ammettere che almeno il 60% dell'aroma del Whisky derivi dal tipo di barile in cui è maturato, il che rende questa fase la più importante e delicata.
La maggior parte delle botti utilizzate (oltre il 95%) sono botti in cui in precedenza è stato fatto invecchiare il Bourbon americano. Sono botti da 250 litri di capacità, che la legislazione americana impone possano essere utilizzate solo una volta per la produzione del Whiskey americano.
Dopo 2/3 anni (l'invecchiamento minimo per il Bourbon americano è di 2 anni) tali botti, disponibili in abbondanza, vengono quindi smontate e spedite in Scozia dove vengono vendute per 30/40$.
Diversa è la disponibilità di botti provenienti dalla Spagna, botti utilizzate per la maturazione dello Sherry. Tali botti sono generalmente da 500 litri di capacità e sono rare.
Ne consegue che il loro prezzo sia sensibilmente più alto rispetto a quello delle botti americane (in genere superiore ai 300€).
Siccome queste botti sono il cavallo di battaglia di alcuni preziosi Whisky, oggi siamo nella situazione che per potersi garantire la loro
disponibilità le distillerie acquistano i diritti di taglio di interi lotti di foreste di quercia americana, con questi legni costruiscono botti che cedono in uso gratuito ad alcune Bodegas spagnole e solo dopo alcune decine di anni potranno utilizzarle per fare maturare il loro Whisky.
Tutto questo dovendo indovinare oggi quelle che saranno le preferenze del consumatore tra 20 o 30 anni.
Un lavoro davvero difficile!
Il legno utilizzato per la costruzione delle botti è nella quasi totalità dei casi il rovere di quercia americana (american oak). Tale legno è pregiato per la sua dolcezza (elevata presenza di
vanillina) e per essere a fusto dritto e con scarsi nodi - e quindi adatto a costruire le doghe delle botti di più alta qualità. L'utilizzo di quercia europea (Francese, Spagnola e in rari casi Scozzese) è riservato a produzioni minori per la elevata presenza di tannino.
Vengono utilizzate le seguenti tipologie di botti:
Le botti sono normalmente riutilizzate, normalmente sino a tre/quattro volte (normalmente tre). Molto interessante è il primo uso della botte (1st fill), intendendo con ciò il primo uso come contenitore di Whisky (non il primo in assoluto, avendo in precedenza contenuto Bourbon, Sherry o Porto). Il primo uso è quello che estrae maggiore aromi dal legno. Seguiranno le botti di secondo, terzo o quarto uso, chiamate Refill, con capacità sempre minori di condizionare il contenuto.
Ogni botte è identificata da un codice e dall'anno in cui è stata riempita. La quasi totalità delle distillerie distingue le botti di primo, secondo e terzo uso dando un colore diverso al coperchio della botte stessa.
E' degli ultimi decenni la moda di affinare il Whisky con una seconda maturazione in una tipologia diversa di botte (finishing, double wood). Normalmente si effettuano affinamenti per pochi mesi in botti parecchio marcanti. Si possono così ottenere finishing in Sherry, in Porto, in Madera, in Marsala. Ma anche alcuni più azzardati in vino rosso (Bordeaux, Sassicaia, Amarone, Barolo), in vino dolce (Sauternes, Tokaji), in Rum, ecc... Non ci sono limiti all'immaginazione, anche se molti appassionati contestano sia la procedura che l'inutile abbondanza di offerta.
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WhiskyClub ItaliaScritto da Claudio Riva il 18/10/2014Leggi tutto... |